DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16 ottobre 2012
Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non
comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato, per l'anno
2012. (Gazzetta Ufficiale n. 273 del 22 novembre 2012)
IL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n.
286, e successive modificazioni ed integrazioni, recante il Testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero;
Visto, in particolare, l'art. 3 del testo
unico sull'immigrazione, il quale dispone che la determinazione annuale delle
quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato avviene con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base dei criteri
generali per la definizione dei flussi d'ingresso individuati nel documento
programmatico triennale, relativo alla politica dell'immigrazione e degli
stranieri nel territorio dello Stato, e che «in caso di mancata pubblicazione
del decreto di programmazione annuale, il Presidente del Consiglio dei Ministri
puo' provvedere in via transitoria, con proprio decreto, entro il 30 novembre,
nel limite delle quote stabilite nell'ultimo decreto emanato»;
Visto il
decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive
modificazioni ed integrazioni, regolamento recante norme di attuazione del testo
unico sull'immigrazione; Visto il decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale -
n. 172 del 25 luglio 2012, recante attuazione della direttiva 2009/52/CE che
introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di
datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e'
irregolare;Considerato che il documento programmatico triennale non e' stato
emanato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30
novembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana -
Serie generale - n. 305 del 31 dicembre 2010, concernente la programmazione
transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali
nel territorio dello Stato per l'anno 2010, che prevede una quota massima
d'ingresso per motivi di lavoro non stagionale di 98.080 lavoratori non
comunitari, che si aggiunge alla quota di 6.000 lavoratori non comunitari gia'
prevista, in via di anticipazione, con il decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 1° aprile 2010, per una quota complessiva autorizzata per l'anno
2010 pari a 104.080 unita';
Visto il decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana - Serie generale - n. 92 del 19 aprile 2012, concernente la
programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari
stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l'anno 2012, che
prevede tra l'altro, all'art. 2, come anticipazione della programmazione dei
flussi d'ingresso per l'anno 2012 di lavoratori non comunitari per motivi di
lavoro non stagionale, una quota di 4.000 cittadini non comunitari residenti
all'estero che abbiano completato programmi di istruzione e formazione nel paese
di origine ai sensi dell'art. 23 del citato testo unico
sull'immigrazione;
Tenuto conto delle esigenze di specifici settori
produttivi nazionali che richiedono lavoratori autonomi per particolari settori
imprenditoriali e professionali;
Visto l'art. 21 del citato testo unico
sull'immigrazione, circa la previsione di quote riservate all'ingresso di
lavoratori di origine italiana;
Considerata inoltre l'esigenza di consentire
la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro
autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo;
Considerato che
la disposizione transitoria prevista dall'art. 5 del decreto legislativo n. 109
del 2012 sopra citato, prevede la facolta' per i datori di lavoro che occupano
irregolarmente lavoratori stranieri presenti sul territorio nazionale, di
dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo sportello unico per
l'immigrazione;
Rilevato che permane comunque l'esigenza di prevedere - quale
ulteriore anticipazione della programmazione dei flussi di ingresso in Italia,
per l'anno 2012, di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non
stagionale - specifiche quote destinate, rispettivamente, all'ingresso di
lavoratori autonomi, di lavoratori di origine italiana, nonche' di prevedere
quote destinate alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato
e per lavoro autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro
titolo;
Considerato che - avuto riguardo all'attuale congiuntura economica in
Italia che evidenzia una generale contrazione dei livelli di occupazione - e'
opportuno prevedere gli ingressi di lavoratori non comunitari per motivi di
lavoro non stagionale in misura ridotta, fatte salve eventuali successive
esigenze, rispetto alla corrispondente quota complessivamente autorizzata con i
citati decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2010 e 30
novembre 2010;
Rilevato che ai fini anzidetti puo' provvedersi con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare, in via di
programmazione transitoria, nel limite della quota complessivamente utilizzabile
per l'anno 2012, risultante dalle corrispondenti quote di ingresso per motivi di
lavoro non stagionale autorizzate, con il decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 1° aprile 2010 e con il decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 30 novembre 2010, detratta la quota di 4.000 unita' gia' disposta, per
l'ingresso di lavoratori formati all'estero, dall'art. 2 del decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012;
Decreta:
Art. 1
1. A titolo di anticipazione della programmazione dei flussi
d'ingresso dei lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale per
l'anno 2012, sono ammessi in Italia, in via di programmazione transitoria, per
motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini
stranieri non comunitari entro una quota complessiva di 13.850 unita'.
Art. 2
Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' consentito
l'ingresso in Italia, per motivi di lavoro autonomo, di 2.000 cittadini
stranieri non comunitari residenti all'estero appartenenti alle seguenti
categorie: imprenditori che svolgono attivita' di interesse per l'economia
italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate, oppure non
regolamentate ma comprese negli elenchi curati dalla pubblica amministrazione;
figure societarie di societa' non cooperative, espressamente previste dalle
disposizioni vigenti in materia di visti d'ingresso; artisti di chiara fama
internazionale o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti
pubblici oppure da enti privati.
Art. 3
Nell'ambito della quota di
cui all'art. 1, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non
stagionale e di lavoro autonomo, entro una quota di 100 unita', lavoratori di
origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in
linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e
Brasile.
Art. 4
1. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e'
autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato
di:
a) 4.000 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
b) 6.000
permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
c)
500 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai
cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.
2. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' inoltre autorizzata
la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
a) 1.000
permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
b)
250 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai
cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.
Art.
5
Le quote per lavoro subordinato previste dal presente decreto saranno
ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base delle
effettive domande pervenute.
Art. 6
I termini per la presentazione
delle domande ai sensi del presente decreto decorrono dalle ore 9,00 del
quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Art. 7
Trascorsi
novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana, qualora vengano rilevate quote
significative non utilizzate tra quelle previste dal presente decreto, tali
quote, ferma restando la quota complessiva prevista dall'art. 1, possono essere
diversamente ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla
base delle effettive necessita' riscontrate sul mercato del lavoro. Roma, 16
ottobre 2012
Il Presidente: Monti
Registrato alla Corte dei conti il
14 novembre 2012 Presidenza del Consiglio dei Ministri registro n. 9, foglio n.
239
giovedì 29 novembre 2012
lunedì 19 novembre 2012
ACCORDO CON SVIZZERA SU CAPITALI ALL'ESTERO?
Da TM News:
""""""""""Svizzera spera in un accordo con Italia su Fisco entro 21 dicembre
**************************************
COMMENTO AGL:
I più attenti alle esternazioni dei sindacati nostri concorrenti (critici col Governo per la scarsa lotta all'evasione fiscale) ricorderanno che questa della necessità che il Governo Monti al più presto sottoscrivesse, similmente ad altri Paesi che già l'hanno fatto, un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani detenuti in c/c svizzeri all'insaputa del Fisco italiano, era una sorta di discriminante per testare la buona volontà del Governo, ai fini di un successivo dialogo. Si diceva cioè, "avete fatto la spending review, i tagli orizzontali, state massacrando il Welfare, saremmo disposti a tollerare questi sacrifici se almeno faceste quel tale accordo con la Svizzera, ecc. ecc.".A parte le enunciazioni (non ostili) di principio, però,finora, da parte del Governo, nulla di concreto. E tanto silenzio da parte degli organi di stampa. Ora questo articolo che ci dice che le cose sarebbero a buon punto. Tuttavia non capiamo alcune cose e, soprattutto, alla luce di queste, ci sembra un pò avventata l'apertura di credito eventuale che altre organizzazioni sindacali hanno assicurato purchè tale accordo si facesse.
Intanto, l'indicazione del 21 dicembre come probabile data della chiusura dell'accordo è un chiaro avviso ai naviganti perchè, se del caso, prendano le loro contromisure.E di solito, in questi casi (Amato docet) la sorpresa è uno degli ingredienti fondamentali.Poi si parla apertamente di "regolarizzazione" e di "sanatoria" dei conti detenuti all'estero. Ossia, in Svizzera si offre la stessa carità ai capitali italiani clandestini che in Italia offriamo agli esseri umani che immigrano e lavorano da noi in nero. Dobbiamo supporre quindi che appena varcata la frontiera i capitali italiani vengano adeguatamente e amorevolmente "rifocillati". E magari ci sia da parte del governo svizzero la disponibilità a chiudere gli occhi su eventuali "marachelle" .A parte le battute, è chiara la differenza con il meccanismo dello scudo fiscale. Qui i capitali non torneranno, non saranno più a disposizione delle banche italiane per prestiti e investimenti. Non ci sarà autodenuncia dell'evasore italiano al fisco italiano ma tutto verrà "gestito" dalle autorità svizzere.Quanti soldi entreranno non è dato prevederlo ma è meglio non farsi illusioni: molti meno di ciò che avvenne con lo Scudo Fiscale. Già ci aspettiamo poi la "giustificazione", come a scuola, del ritardatario Governo Monti: "che volete, ancora non lo ha ratificato neppure il Parlamento tedesco..."
Ma, diciamo questa volta ai sindacati italiani, perchè state accettando questa ridicola presa in giro dal governo italiano (un pò come il sostegno alla Tobin Tax che, così come concepita, ci procurerà solo danni) tramite la quale si fa solo il solletico ai ricchi, non difendete come noi il cittadino e il lavoratore da attacchi alla sua libertà attualmente in corso, ossia: le limitazioni all'uso del contante, il sostanziale obbligo, per tutti , di avere un conto corrente, la definitiva abolizione (solo per i poveri) del segreto bancario, in realtà solo una scusa, questa, come già abbiamo argomentato in altra sede, per controllare il cittadino 24 ore su 24, i livelli demenziali di tassazione (sia riguardo alle aliquote che agli adempimenti) quando è risaputo che l'unico modo di sconfiggere l'evasione è la riduzione degli adempimenti burocratici e uno shock che porti a un abbassamento delle aliquote in maniera tale che ogni persona non sia costretta a dare allo Stato più di un terzo della sua ricchezza e di quello che produce?Anche a costo di dismettere pezzi di Pubblica Amministrazione. Già oggi per sopravvivere, sia il dipendente che il piccolo imprenditore, sono costretti al nero.Vogliamo deciderci ad intervenire su queste concrete misure o forse ancora qualcuno crede che Monti sia intenzionato ad alleggerire sul serio i miliardari?
""""""""""Svizzera spera in un accordo con Italia su Fisco entro 21 dicembre
Per le autorità svizzere "i lavori progrediscono bene". In trattative anche con altri Paesi europei
Pubblicato il 19/11/12 da TMNews
Berna, 19 nov. (TMNews) - Le autorità della Svizzera sono "ottimiste" sulla
possibilità di raggiungere un accordo tecnico con l'Italia sulla
regolarizzazione dei conti di clienti italiani negli istituti di credito
elvetici entro il 21 dicembre prossimo. Lo ha riferito l'ambasciatore Oscar
Knapp, responsabile Divisioni Mercati della Segreteria di Stato per le questioni
finanziarie, spiegando che per quella data si punta ad una intesa tecnica da
sottoporre ai governi. "Siamo fiduciosi di presentare una soluzione concordata
ai governi" ha detto Knapp.Si tratterebbe di un nuovo accordo di questo genere
per la Svizzera, che ha già stretto intese simili con Gran Bretagna, Austria e
soprattutto con la Germania, posto che l'intesa raggiunta con Berlino è stata
siglata col governo ma deve essere ancora ratificata dal parlamento tedesco.
Comunque in generale con l'Italia "i lavori progrediscono bene" ha aggiunto
l'ambasciatore, e le delegazioni sono entrambe soddisfatte.
Oltre alle trattative che ha con l'Italia per un accordo di sanatoria sui conti bancari detenuti in Svizzera da parte di clienti italiani, e non conosciuti dal fisco italiano, Berna ha in corso "contatti formali" con vari altri paesi dell'Unione europea e non, ha riferito il portavoce del Segretariato di Stato per le Questioni finanziarie, Mario Tuor, incontrando un gruppo di giornalisti italiani a Berna. Tuor ha precisato che al momento la Svizzera non rivela quali siano questi paesi."""""""""
Oltre alle trattative che ha con l'Italia per un accordo di sanatoria sui conti bancari detenuti in Svizzera da parte di clienti italiani, e non conosciuti dal fisco italiano, Berna ha in corso "contatti formali" con vari altri paesi dell'Unione europea e non, ha riferito il portavoce del Segretariato di Stato per le Questioni finanziarie, Mario Tuor, incontrando un gruppo di giornalisti italiani a Berna. Tuor ha precisato che al momento la Svizzera non rivela quali siano questi paesi."""""""""
COMMENTO AGL:
I più attenti alle esternazioni dei sindacati nostri concorrenti (critici col Governo per la scarsa lotta all'evasione fiscale) ricorderanno che questa della necessità che il Governo Monti al più presto sottoscrivesse, similmente ad altri Paesi che già l'hanno fatto, un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani detenuti in c/c svizzeri all'insaputa del Fisco italiano, era una sorta di discriminante per testare la buona volontà del Governo, ai fini di un successivo dialogo. Si diceva cioè, "avete fatto la spending review, i tagli orizzontali, state massacrando il Welfare, saremmo disposti a tollerare questi sacrifici se almeno faceste quel tale accordo con la Svizzera, ecc. ecc.".A parte le enunciazioni (non ostili) di principio, però,finora, da parte del Governo, nulla di concreto. E tanto silenzio da parte degli organi di stampa. Ora questo articolo che ci dice che le cose sarebbero a buon punto. Tuttavia non capiamo alcune cose e, soprattutto, alla luce di queste, ci sembra un pò avventata l'apertura di credito eventuale che altre organizzazioni sindacali hanno assicurato purchè tale accordo si facesse.
Intanto, l'indicazione del 21 dicembre come probabile data della chiusura dell'accordo è un chiaro avviso ai naviganti perchè, se del caso, prendano le loro contromisure.E di solito, in questi casi (Amato docet) la sorpresa è uno degli ingredienti fondamentali.Poi si parla apertamente di "regolarizzazione" e di "sanatoria" dei conti detenuti all'estero. Ossia, in Svizzera si offre la stessa carità ai capitali italiani clandestini che in Italia offriamo agli esseri umani che immigrano e lavorano da noi in nero. Dobbiamo supporre quindi che appena varcata la frontiera i capitali italiani vengano adeguatamente e amorevolmente "rifocillati". E magari ci sia da parte del governo svizzero la disponibilità a chiudere gli occhi su eventuali "marachelle" .A parte le battute, è chiara la differenza con il meccanismo dello scudo fiscale. Qui i capitali non torneranno, non saranno più a disposizione delle banche italiane per prestiti e investimenti. Non ci sarà autodenuncia dell'evasore italiano al fisco italiano ma tutto verrà "gestito" dalle autorità svizzere.Quanti soldi entreranno non è dato prevederlo ma è meglio non farsi illusioni: molti meno di ciò che avvenne con lo Scudo Fiscale. Già ci aspettiamo poi la "giustificazione", come a scuola, del ritardatario Governo Monti: "che volete, ancora non lo ha ratificato neppure il Parlamento tedesco..."
Ma, diciamo questa volta ai sindacati italiani, perchè state accettando questa ridicola presa in giro dal governo italiano (un pò come il sostegno alla Tobin Tax che, così come concepita, ci procurerà solo danni) tramite la quale si fa solo il solletico ai ricchi, non difendete come noi il cittadino e il lavoratore da attacchi alla sua libertà attualmente in corso, ossia: le limitazioni all'uso del contante, il sostanziale obbligo, per tutti , di avere un conto corrente, la definitiva abolizione (solo per i poveri) del segreto bancario, in realtà solo una scusa, questa, come già abbiamo argomentato in altra sede, per controllare il cittadino 24 ore su 24, i livelli demenziali di tassazione (sia riguardo alle aliquote che agli adempimenti) quando è risaputo che l'unico modo di sconfiggere l'evasione è la riduzione degli adempimenti burocratici e uno shock che porti a un abbassamento delle aliquote in maniera tale che ogni persona non sia costretta a dare allo Stato più di un terzo della sua ricchezza e di quello che produce?Anche a costo di dismettere pezzi di Pubblica Amministrazione. Già oggi per sopravvivere, sia il dipendente che il piccolo imprenditore, sono costretti al nero.Vogliamo deciderci ad intervenire su queste concrete misure o forse ancora qualcuno crede che Monti sia intenzionato ad alleggerire sul serio i miliardari?
domenica 18 novembre 2012
SEGRETO BANCARIO: THE NEVERENDING STORY
Il Garante della privacy
ha dato il via libera alla trasmissione dell'Estratto conto al
fisco.Il nuovo sistema di trasferimento dati “Sid” è considerato
sufficientemente sicuro ma il Garante continuerà a vigilare.
L'Authority ha approvato lo schema di provvedimento dell'Agenzia
delle entrate che stabilisce le modalità con le quali saranno
trasmesse all'Agenzia le informazioni relative ai conti correnti
(importi totali di accrediti e addebiti, saldo iniziale e finale
dell'estratto conto) e anche ai rapporti extra-conto per la
"comunicazione integrativa annuale". La trasmissione doveva
iniziare il 31 ottobre scorso ma il Garante aveva sollevato obiezioni
sulla sicurezza del sistema, considerata l'enorme concentrazione di
informazioni presso l'Anagrafe tributaria e il potenziale di rischio
difficilmente riscontrabile in un ordinario esercizio dell'attività
finanziaria o bancaria.
Così è stata cambiata l'infrastruttura tecnologica e il servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid, Sistema di interscambio. Il nuovo sistema consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. La banca sarà connessa direttamente all'Agenzia e non potrà avvalersi di intermediari fiscali. Il file cifrato dovrà essere conservato su un server Ftp solo per il tempo strettamente necessario allo scambio e in ogni caso i dati dovranno essere definitivamente cancellati dopo 6 anni.
Così è stata cambiata l'infrastruttura tecnologica e il servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid, Sistema di interscambio. Il nuovo sistema consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. La banca sarà connessa direttamente all'Agenzia e non potrà avvalersi di intermediari fiscali. Il file cifrato dovrà essere conservato su un server Ftp solo per il tempo strettamente necessario allo scambio e in ogni caso i dati dovranno essere definitivamente cancellati dopo 6 anni.
Già alla fine dell'anno
scorso ,nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, l'art. 11 del
Decreto SalvaItalia ha reso automatico il controllo delle
movimentazioni finanziarie. Banche, Poste, Sim devono comunicare
regolarmente al fisco le operazioni relative ai rapporti di tutti i
clienti. Dal 2013 l'operazione si ripeterà il 31 marzo di ogni anno,
con riferimento alle operazioni di conto corrente (e anche
extra-conto, es. cambi di valuta estera o incasso di assegni)
relativi all'anno precedente.
Sono esclusi i pagamenti con bollettini postali inferiori ai 1.500 euro.
In questo modo l’amministrazione tributaria avrà accesso diretto ai dati contenuti in circa 40 milioni di conti correnti. I supercomputer della Sogei, la società di IT del ministero dell'Economia, elaboreranno 22mila informazioni al secondo e segnaleranno le posizioni "a rischio", cioè che richiedono un controllo più mirato.
L'obiettivo sarebbe di recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che vengono sottratti al fisco ogni anno.
Sono esclusi i pagamenti con bollettini postali inferiori ai 1.500 euro.
In questo modo l’amministrazione tributaria avrà accesso diretto ai dati contenuti in circa 40 milioni di conti correnti. I supercomputer della Sogei, la società di IT del ministero dell'Economia, elaboreranno 22mila informazioni al secondo e segnaleranno le posizioni "a rischio", cioè che richiedono un controllo più mirato.
L'obiettivo sarebbe di recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che vengono sottratti al fisco ogni anno.
D'ora in poi l'Agenzia delle Entrate userà i dati bancari non solo per avere conferma nell'ambito di accertamenti già in corso su specifici contribuenti, ma come fonte diretta per selezionare i potenziali evasori.
Tutti parlano di fine
del segreto bancario.In realtà esso non è mai esistito per i conti
dei poveracci e continuerà ad esserci per i conti svizzeri ed
esteri, in generale, dei ricchi e degli evasori.
Non è escluso che possa
significare invece la fine delle banche italiane a vantaggio di
quelle straniere. Ecco perchè, solo per questo, molto probabilmente
questo provvedimento verrà pian piano annacquato e reso innocuo
(ovviamente con la scusa della difesa della nostra privacy) dai
politici (presenti in ogni partito, anche prima del governo Monti)
servi delle banche.
Come giustamente
sottolineato da alcuni rimarrà invece la natura liberticida insita
nel provvedimento. Come se la polizia , come accade nelle dittature,
possa senza mandato fare perquisizioni di caseggiato. Chiunque potrà
essere arbitrariamente colpito per motivi estranei alla lotta
all'evasione partendo da questi dati, tra l'altro già oggi incerti
e pericolosi (si pensi alle truffe on line, ai furti di identità,
alle card clonate e alle cartelle pazze). Se poi qualcuno ha fiducia
nelle possibilità della giustizia italiana di tutelare celermente e
a costi contenuti il cittadino, evidentemente viene da un altro
pianeta.
Inviteremmo poi tutti
coloro che hanno a cuore la democrazia a riflettere sul processo che
in questi anni ha portato l'agenzia delle entrate ed equitalia (rette
di fatto da un unica persona fisica, ricordiamolo) ad essere un
soggetto pubblico con poteri di gran lunga superiori a quelli del
governo e del parlamento. Di vita e di morte, a giudicare dai suicidi
verificatisi. Con quali risultati? Chiedetelo alle famiglie e alle
imprese.
Effetto sicuro sarà la
chiusura di migliaia di conti correnti in Italia, analogamente a
quanto avvenuto per le imprese e, ancora, similmente, l'acquisizione
di tale servizio all'estero per chi se lo potrà permettere.
Altrimenti, nero. Tanto nero in più. E il calo di gettito sarà
pagato da ulteriori tagli ai servizi essenziali.
L'abbiamo detto tante
volte: l'unica maniera per ridurre l'evasione fiscale è l'abolizione
delle centinaia di voci e di adempimenti e il passaggio a un sistema
semplice in cui ciascun cittadino venga chiamato a contribuire al
massimo per un terzo di quello che ha complessivamente. Là dove ciò
è stato fatto, storicamente, si sono avuti risultati.
Calo immediato del
gettito? Possibile, ma allora riduciamo le spese inutili, come ad
esempio, tra le numerose altre, l'agenzia delle entrate ed equitalia
(ovviamente impiegando altrove nella amministrazione finanziaria i
funzionari che vi operano) l'una incapace di accertare quanto evaso,
l'altra di riscuoterlo. Entrambe capaci solo di rovinare la vita di
tanti cittadini e imprese, con adempimenti mostruosamente complicati,
con perdite di tempo, con pretese infondate e generatrici di un
costosissimo e inutile contenzioso in cui per lo più vengono
sconfitte. E l'Italia affonda (tranne le banche, i loro referenti
politici e gli alti dirigenti pubblici).
RISCALDAMENTO:AUMENTI.TORNEREMO ALLE VECCHIE STUFE?
Quest'anno
per il riscaldamento spenderemo in media 1752 euro in più a
famiglia. In Italia abbiamo le tariffe più care d'Europa. Il costo
al lordo delle tasse, nella fascia di consumo più bassa, è pari a
oltre 98 euro al metro cubo (contro 90 dell'Unione Europea), in
quella media è di quasi 83 euro (contro 64) e in quella alta di 76
euro (in Europa , 59).La bolletta del riscaldamento per una famiglia
che vive in una casa di 85 m2 e consuma 1200 litri di gasolio
all'anno è pari a 1752 euro annui, 602 euro in più rispetto a una
famiglia francese e 696 rispetto ad una inglese.
Stante questa
situazione, chiediamo l'applicazione di un'Iva agevolata per il
gasolio destinato a riscaldare le case degli italiani e di evitare
l'aumento dell'IVA a luglio, previsto dalla legge di Stabilità.
L'Autorità per l'Energia ha proposto, in un documento approvato
dalle Commissioni X di Camera e Senato, di introdurre una Banca Dati
per "schedare" i clienti poco puntuali o inadempienti nei
pagamenti. Si chiamerà BICSE (Banca dati inadempimenti contrattuali
dei clienti finali del settore energetico) e terrà traccia, nel
proprio data base di tutte le informazioni relative alle utenze, ai
consumi, così come dei mancati pagamenti, ritardi, revoche e
contenziosi. Siamo contrari a queste misure,altamente lesive dei
diritti dei consumatori utenti del settore energetico a tutto
vantaggio delle società di commercializzazione. In bolletta gli
utenti già versano 4,7 euro all'anno per complessivi 130 milioni di
euro a copertura delle morosità di cui il principale responsabile
resta la P.A (70%) le PMI (20%) e le famiglie solo per il 10%.
Ancora una volta le famiglie e le piccole imprese dovrebbero pagare
in maniera salata le scorrettezze di una Pubblica Amministrazione che
pensa a tutelare solo se stessa, nonostante sia pagata da noi.
giovedì 8 novembre 2012
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:L'INIZIO DELLA FINE?
Da www.gazzettino.it
Muore di tumore a 56 anni, per l'Inps
Arriva in novembre l'esito della visita di marzo:
Michelina è già
Muore di tumore a 56 anni, per l'Inps
può lavorare e
non merita la pensione
Arriva in novembre l'esito della visita di marzo:
Michelina è già
deceduta, per l'istituto è in grado di camminare: «Presi in
giro»
di Paolo
Calia
TREVISO - Assalita dal tumore, fiaccata
dalla chemioterapia, costretta
in carrozzina per evitare di cadere: per l'Inps però quella donna trevigiana, ex parrucchiera, così debilitata è invece in grado di camminare e lavorare e quindi non meritevole di una pensione d'invalidità. Ma c'è di più: l'esito della visita davanti alla commissione medica fatta a marzo è arrivato ieri, 7 novembre, a cinque mesi di distanza dalla morte e dal funerale della diretta interessata. Una vicenda paradossale ma, purtroppo, estremamente reale. La protagonista è Michelina Bruschetta, morta il 18 giugno a 56 anni. Nata a Castelfranco, residente a Silea ma conosciutissima a Treviso dove per 34 anni, assieme alla sorella Ivana, ha gestito un salone da parrucchiera. Tre anni fa le viene diagnosticato il tumore: mesotelioma pleurico. Una forma particolare, legata alle polveri d'amianto presenti, un tempo, in molti prodotti utilizzati dalle parrucchiere. Michelina è costretta a lasciare il suo lavoro. Un anno e mezzo fa anche Ivana si ritira, vende l'attività e si dedica alla sorella. Inizia il calvario tra dottori, ospedali e mille carte da firmare. L'avvocato trevigiano Sossio Vitale riesce a far ottenere a Michelina le agevolazioni previste dall'Inail per chi è colpito da malattie professionali. Poi le due sorelle si rivolgono all'Inps per l'accompagnatoria prevista per gli invalidi al 100 per cento. «Abbiamo sempre pagato tutto, osservato tutte le leggi. Sinceramente mi sento presa in giro», dice Ivana che ieri mattina ha ricevuto dall'Inps la risposta alla domanda fatta a marzo. Ovviamente la pensione d'invalidità non serve più a nessuno. Non è questo a ferire ma le motivazioni con cui i medici hanno bocciato la richiesta: «La commissione medica superiore riconosce l'interessato non invalido». Spiegando che la patologia non è "invalidante" e che la capacità lavorativa "non è ridotta". In poche parole: Michelina, attaccata dal tumore e debilitata dalla chemioterapia, costretta a muoversi in sedia a rotelle per non stancarsi troppo, per l'Inps poteva lavorare e camminare. Vitale osserva sconsolato: «Purtroppo seguo anche altri casi del genere. Capisco l'esigenza di tagliare i costi, ma parliamo di un malato oncologico morto nel giro di tre mesi, che si muoveva in carrozzina e considerato, invece, in grado di camminare. Per i malati di questo tipo la pensione dovrebbe essere riconosciuta almeno durante il periodo della chemioterapia». |
Giovedì 08 Novembre 2012 - 09:07 Ultimo aggiornamento:
09:59""""""""""
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COMMENTO ALP-AGL Il fatto è increscioso e purtroppo, nonostante quanto si possa pensare, non strettamente legato alla spending review ma al modo di essere, da diversi anni, della Pubblica Amministrazione in Italia. La quale sta arrivando al capolinea. I cittadini la mantengono con un elevatissimo carico fiscale ma, invece di ottenere delle prestazioni ne ricavano, come suol dirsi in termine sportivo, delle "controprestazioni". Ossia: paghiamo e non solo non abbiamo benefici ma addirittura dei danni.E' catastrofismo? Non lo sappiamo. Basta fare però un sondaggio tra i cittadini e tutti immaginiamo cosa essi risponderanno. In Italia abbiamo una burocrazia colossale, dirigenti strapagati, impiegati pagati con stipendi da fame, soldi destinati alle risorse materiali che partono dal contribuente e , a causa della corruzione, arrivano in minima parte alla loro destinazione. Se ragionassimo su qualsiasi Ministero o Pubblica Amministrazione ci accorgeremmo della sostanziale inutilità di gran parte delle funzioni in teoria svolte. Molti Ministeri ed Enti cioè creano per lo più problemi a chi vuole vivere e lavorare, più che soluzioni.Sia perchè le leggi sono fatte male e ripetitive, sia perchè le stesse vengono violate e aggirate impunemente da chi può. Arriverà il momento , tra poco, che il cittadino si ribellerà una volta per tutte e si rifiuterà di pagare ancora per mantenere questo sconcio. Allora noi diciamo: no, una Pubblica Amministrazione è indispensabile che esista e funzioni soprattutto per i più bisognosi. E' necessario che chi lavora in buona fede al suo interno conservi il posto di lavoro e guadagni di più. Ma per realizzare ciò è urgente che la pulizia parta dal suo interno. Ogni lavoratore pubblico deve diventare controllore di ciò che gli avviene intorno e denunciare, anche avvalendosi di sindacati (veri, quindi ne sono rimasti pochi) che lo tutelino in maniera anche dura, senza guardare in faccia a nessuno. Per altri comportamenti ormai è tardi. Non salveranno la Pubblica Amministrazione nè l'omertà, nè la connivenza nè il collaborazionismo sindacale (magari mascherato da concertazione) adeguatamente ricompensato dai centri di potere dirigenziali.Svegliamoci e impediamo ai nostri nemici di portare il Paese allo sfascio.Altrimenti noi lavoratori pubblici rischieremmo, per opera di costoro, di perdere tutto: occupazione per noi stessi e servizi per la cittadinanza la quale a un certo punto dirà:"bene, caro Stato, se i soldi che ci trattieni te li mangi, allora lasciaceli e vattene al diavolo. Almeno potremo comprarci, nei limiti del possibile, quanto ci serve dai privati. Sempre meglio che buttarli via affidandoteli".Il resto sarà compito della politica e l'augurio che noi possiamo fare è solo che si cerchi di scegliere per il meglio a chi affidarci in futuro. |
PROMOZIONE DI IMPRENDITORIA E OCCUPAZIONE SOCIALE GIOVANILE
(nella foto il Ministro Andrea Riccardi)
Avviso pubblico per la presentazione di progetti per la promozione ed il sostegno di interventi tesi alla valorizzazione di beni demaniali ovvero patrimoniali, disponibili o non disponibili, di proprietà di una pubblica amministrazione, al fine di facilitare l’accessibilità e la fruizione da parte della collettività e favorire la promozione di imprenditoria e occupazione sociale giovanile nelle Regioni Obiettivo Convergenza - “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”
Per i particolari vai al sito del Dicastero del Ministro Riccardi:
http://www.gioventu.gov.it/bandi/2012/10/30/bandobeni.aspx
Avviso pubblico per la presentazione di progetti per la promozione ed il sostegno di interventi tesi alla valorizzazione di beni demaniali ovvero patrimoniali, disponibili o non disponibili, di proprietà di una pubblica amministrazione, al fine di facilitare l’accessibilità e la fruizione da parte della collettività e favorire la promozione di imprenditoria e occupazione sociale giovanile nelle Regioni Obiettivo Convergenza - “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”
Per i particolari vai al sito del Dicastero del Ministro Riccardi:
http://www.gioventu.gov.it/bandi/2012/10/30/bandobeni.aspx
mercoledì 7 novembre 2012
IMU: LA STANGATA
Dal sito di Repubblica Roma
http://roma.repubblica.it/
"""""""""LA CAPITALE E LA CASA
Imu, arriva la stangata della rata di
dicembre
Stangata Imu. La prima rata di giugno è stata soltanto il preludio di quello che i romani saranno costretti a pagare nell'ultima tranche di dicembre. Il saldo, secondo una prima stima, ammonta al 200% in più rispetto all'acconto per la prima casa e quasi al 400% in più per la seconda. Una vera e propria mannaia che rischia di dirottare la tredicesima di molti lavoratori direttamente nelle casse dello Stato.
La Capitale resta saldamente in vetta sia in termini di gettito sia di costi. In estate i romani, secondo i dati del ministero del Tesoro, hanno versato oltre 1 miliardo per l'Imu. La nuova tassa sulle abitazioni ha fruttato, dunque, più del 10% del gettito totale italiano, di questi 492,9 milioni sono serviti a rimpinguare la cassaforte capitolina. E prima delle festività natalizie i cittadini si apprestano a fornire un altro pesantissimo contributo. Già perché mentre per la prima rata e la seconda di settembre, che hanno versato tutti quelli che hanno scelto di frazionare il pagamento in tre fasi, l'aliquota veniva calcolata al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per mille per la seconda; ora scattano gli aumenti. Entro il 31 ottobre i Comuni dovevano decidere le nuove fasce di riferimento.
A Roma nelle delibere propedeutiche al bilancio, il Campidoglio ha scelto di elevare al massimo possibile l'aliquota che si attesta al 5 per mille per la prima abitazione e al 10,6 per mille per la seconda. Una scelta quasi obbligata quella della giunta Alemanno, costretta dai bilanci in profondo rosso. Insomma, nell'ultima rata clou del 17 dicembre i proprietari di un appartamento dovranno versare il saldo e il conguaglio con l'aliquota maggiorata. Ma c'è da tenere conto della detrazione: ammonta a 200 euro più altri 50 per ogni figlio a carico minore di anni 26, fino a un massimo di 400 euro totali di detrazioni.
Secondo delle elaborazioni di "Repubblica" su dati del ministero dell'Economia, di Confedilizia e di Uil - Servizio politiche territoriali, ecco come saranno in media gli aumenti per i romani. Per quanti sulla prima casa, in acconto, hanno versato circa 170 euro, il saldo della terza rata con l'aliquota al 5 per mille sarà di 501 euro; mentre sulla seconda casa se si sono pagati circa 321 euro a dicembre sarà di 1.209 euro.
"Aumentare l'imposta di un punto sulla prima casa e non vedere i servizi migliorati, è una beffa", sottolinea Alfredo Ferrari, consigliere comunale del Pd e vicepresidente della commissione capitolina Bilancio. Il sindaco aveva la possibilità di aumentare l'aliquota di un punto percentuale sulla prima casa (ogni punto di Imu vale 150 milioni di euro) e di 3 punti sulla seconda (ogni punto di Imu, in questo caso, vale 140 milioni di euro).
Una manovra dalla quale il Governo spera di riuscire ad incassare circa 20 miliardi di euro; mentre il Campidoglio, si aspetta di avere circa un miliardo. E, infatti, proprio da Roma arriva il gettito maggiore. È salda al primo posto della classifica delle città dove si paga di più: in media nella capitale si sborsano circa 671 euro, a Milano 427 e a Bologna 409 euro. Così il Comune fa cassa con l'Imu, un modo per riuscire a garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e tirare un sospiro di sollievo almeno fino a fine legislatura
http://roma.repubblica.it/
"""""""""LA CAPITALE E LA CASA
Imu, arriva la stangata della rata di
dicembre
prima casa +200%, quasi 400 per la seconda
L'imposta media passa da 170 a 510 euro. Il Campidoglio incasserà 1 miliardo
di DANIELE AUTIERI e LAURA SERLONIStangata Imu. La prima rata di giugno è stata soltanto il preludio di quello che i romani saranno costretti a pagare nell'ultima tranche di dicembre. Il saldo, secondo una prima stima, ammonta al 200% in più rispetto all'acconto per la prima casa e quasi al 400% in più per la seconda. Una vera e propria mannaia che rischia di dirottare la tredicesima di molti lavoratori direttamente nelle casse dello Stato.
La Capitale resta saldamente in vetta sia in termini di gettito sia di costi. In estate i romani, secondo i dati del ministero del Tesoro, hanno versato oltre 1 miliardo per l'Imu. La nuova tassa sulle abitazioni ha fruttato, dunque, più del 10% del gettito totale italiano, di questi 492,9 milioni sono serviti a rimpinguare la cassaforte capitolina. E prima delle festività natalizie i cittadini si apprestano a fornire un altro pesantissimo contributo. Già perché mentre per la prima rata e la seconda di settembre, che hanno versato tutti quelli che hanno scelto di frazionare il pagamento in tre fasi, l'aliquota veniva calcolata al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per mille per la seconda; ora scattano gli aumenti. Entro il 31 ottobre i Comuni dovevano decidere le nuove fasce di riferimento.
A Roma nelle delibere propedeutiche al bilancio, il Campidoglio ha scelto di elevare al massimo possibile l'aliquota che si attesta al 5 per mille per la prima abitazione e al 10,6 per mille per la seconda. Una scelta quasi obbligata quella della giunta Alemanno, costretta dai bilanci in profondo rosso. Insomma, nell'ultima rata clou del 17 dicembre i proprietari di un appartamento dovranno versare il saldo e il conguaglio con l'aliquota maggiorata. Ma c'è da tenere conto della detrazione: ammonta a 200 euro più altri 50 per ogni figlio a carico minore di anni 26, fino a un massimo di 400 euro totali di detrazioni.
Secondo delle elaborazioni di "Repubblica" su dati del ministero dell'Economia, di Confedilizia e di Uil - Servizio politiche territoriali, ecco come saranno in media gli aumenti per i romani. Per quanti sulla prima casa, in acconto, hanno versato circa 170 euro, il saldo della terza rata con l'aliquota al 5 per mille sarà di 501 euro; mentre sulla seconda casa se si sono pagati circa 321 euro a dicembre sarà di 1.209 euro.
"Aumentare l'imposta di un punto sulla prima casa e non vedere i servizi migliorati, è una beffa", sottolinea Alfredo Ferrari, consigliere comunale del Pd e vicepresidente della commissione capitolina Bilancio. Il sindaco aveva la possibilità di aumentare l'aliquota di un punto percentuale sulla prima casa (ogni punto di Imu vale 150 milioni di euro) e di 3 punti sulla seconda (ogni punto di Imu, in questo caso, vale 140 milioni di euro).
Una manovra dalla quale il Governo spera di riuscire ad incassare circa 20 miliardi di euro; mentre il Campidoglio, si aspetta di avere circa un miliardo. E, infatti, proprio da Roma arriva il gettito maggiore. È salda al primo posto della classifica delle città dove si paga di più: in media nella capitale si sborsano circa 671 euro, a Milano 427 e a Bologna 409 euro. Così il Comune fa cassa con l'Imu, un modo per riuscire a garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e tirare un sospiro di sollievo almeno fino a fine legislatura
(07 novembre 2012)
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COMMENTO
AGL
Non siamo i soli a dirlo. L'effetto
dell'Imu è devastante. Travolge non solo i bilanci famigliari ma anche il
settore dell'edilizia, con le immaginabili ripercussioni sui comparti ad essa
legati. Sono le aziende costruttrici ad essere in difficoltà e coloro che
vendono le case .I possibili acquirenti sono: le famiglie che vogliono
comprarsi un appartamento, che hanno difficoltà ad ottenere mutui o a
sostenerli.E gli investitori (il mattone è il classico bene rifugio). Esso sta
tuttavia diventando meno appetibile. Infatti comporta difficoltà con gli
inquilini che hanno problemi a pagare l'affitto. E le imposte
pesano indipendentemente dalla redditività effettiva del bene. L''Imu è una
tassa iniqua ed un grave errore che sta provocando il crollo di tutto il mercato
immobiliare del Paese. Ha provocato un calo nella produzione nelle costruzioni
del 13% e una diminuzione del 36% nelle compravendite.Allo stato , l'unica
soluzione migliorativa immediata che possa avere un senso è una detrazione
maggiore per quei proprietari di abitazioni che pongono sul mercato degli
affitti i loro immobili.
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